Una cultura da rivisitare

23.07.2021

di Egidio Cappello

In un mondo dominato dalla sofferenza e dal disorientamento, ciascuno è chiamato a guardare attentamente agli eventi che lo circondano e a interrogarsi sulla propria identità e sul proprio coinvolgimento alla creazione di un mondo nuovo. Nessuno è esente dall'essere protagonista della sfida che si sta vivendo, della lotta che si sta ingaggiando contro le forze oscure dell'indifferenza e del male. Nel vocabolario di ogni uomo trovano collocazione nuove categorie e nuovi significati, spesso muovendo guerra a vecchie e inusitate congetture. 

Ma, ci chiediamo, il desiderio di un mondo nuovo, gode, in ciascuno, dei necessari supporti culturali, gode delle certezze su cui fondare nuovi percorsi di vita? Esiste oggi una leaderschip culturale autorevole, titolata a guidare le sorti dei popoli? Esiste un pensiero predominante da cui prelevare i principi di approccio al mondo e di lettura dell'uomo e della storia umana? Esiste un condiviso e riconosciuto ordine giuridico ed etico da cui derivare la validità dei comportamenti umani? Esiste una filosofia pienamente fondata sui valori più nobili della dignità umana e finalizzata esclusivamente alla creazione di una cultura della solidarietà, della giustizia e della pace universale? Dobbiamo asserire che le risposte ai predetti interrogativi non sono in nessun modo confortanti. 

Lo scenario culturale ed umano dei nostri tempi lascia poco spazio ai valori del dialogo e della relazione e non è finalizzato al bene. La politica manifesta una tendenza teorica verso l'adesione a principi di grande aggregazione ma manifesta poi grandi remore e insormontabili difficoltà a creare strutture unificanti. Le leggi dei singoli Stati sono prevalenti rispetto a quelle degli organismi internazionali e spesso promuovono istanze autonomistiche. Anche la filosofia, la scienza, l'arte, la religione, l'etica, vivono medesime difficoltà di apertura e di condivisione di principi unitari oggettivi. I pensieri dominanti nascono all'interno dei gruppi di potere e giocano ad assolutizzare aspetti di vita parziali e incompleti. Lo stesso rapporto tra le religioni sembra caduto in una sorta di teoria di difesa delle divergenze. 

L'unità delle religioni, così la stessa unità dei cristiani, trovano notevoli ostacoli nei loro percorsi di unificazione, malgrado esperienze positive effettuate negli ultimi anni. Ricordiamo con gioia gli incontri di Assisi organizzati da S. Giovanni Paolo. Il Papa polacco ha avuto il merito di individuare le problematiche storiche su cui tutte le Chiese convergono, riflettono ed insieme, pregano. In siffatta situazione di perdita di riferimenti, registriamo il forte decadimento semantico dei codici linguistici e questo in ogni settore del mondo culturale. Espressioni e termini sono fortemente influenzati dai contesti disciplinari in cui si muovono e, ciò che è più grave, perdono connotazioni qualificanti e pertanto vedono ridotto il loro peso comunicativo. Tanti relatori oggi, anche sugli scranni più alti della vita pubblica, sentono il bisogno di far seguire ad una propria espressione a ad un proprio termine "nel senso che", "ossia", "a mia veduta", "se non vado errato" : è l'ottica individuale a dare senso a quello che si dice, non l'autentico significato delle categorie comunicate. 

Tra tanto soggettivismo vige di conseguenza un marcato disorientamento rafforzato da una profonda indifferenza nei confronti dei valori più alti e nobili della vita umana. Ricordiamo le famiglie non più sorrette dallo spirito giusto per educare i figli, prive di certezze culturali e spirituali e per lo più tese a risolvere problematiche sanitarie, economiche e lavorative; ricordiamo i giovani che si nutrono delle bugie delle mode dell'effimero e sono privi di ideali totalmente cancellati all'interno delle istituzioni nelle quali essi si formano; ricordiamo gli amministratori della cosa pubblica sempre più incapaci di cultura della universalità e della unitarietà, sempre più privi del senso autentico della politica, sempre più succubi di degrado spirituale, emotivo ed umano. Cosa indicare, a questo punto, come fonte di ricostruzione e di cominciamento? Quali conoscenze trasmettere e quali con forza cancellare dai libri della storia? Quale ottica inculcare, nelle giovani generazioni e in coloro che intraprendono studi formativi, per guardare al mondo circostante e a quello interiore? Come trovare la via maestra della vita? È il momento della speranza, il momento della ragione, il momento della determinazione e della forza d'animo. 

La leaderschip culturale c'è, la verità c'è, i valori ci sono, la filosofia autentica c'è, la religione della libertà e della carità c'è, la scienza dell'equilibrio universale c'è, il diritto fondamentale c'è, i principi etici ci sono, l'itinerario della vita verso la piena realizzazione delle risorse e delle potenzialità dell'uomo è stato tracciato ed è ben definito. Il vocabolario possiede e conserva ancora il senso autentico di uomo, di società, di civiltà, di bene comune, di verità, di bellezza, di solidarietà, di giustizia, di economia, di pace, di scienza, di amore, di salvezza. Il vocabolario, quello autentico, è ancora quello creato da Adamo, secondo il comando assegnatogli da Dio tra gli alberi di Eden. L'uomo contemporaneo vive con gli scrigni preziosi della sua storia, chiusi e abbandonati al silenzio. Il suo è un lavoro di pulizia, di recupero, di accoglimento di risorse che niente e nessuno possono strappargli.


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