Una carezza che ha i lineamenti dell'affido
Con oggi, la nostra testata ha deciso di avviarsi su un ulteriore sentiero di bellezza. Con la nostra amica Marilena Di Lollo inizieremo un percorso tra fragilità e sofferenza per capire che è possibile dare una carezza...e che magari c'è chi attende proprio la nostra...
di Marilena Di Lollo
La riforma introdotta dalla Legge 149 del 2001 prevede l'accoglienza familiare come lo strumento prioritario per i minori allontanati temporaneamente dal nucleo familiare, ipotizzando un percorso di de-istituzionalizzazione e il ricorso a forme di alternative care, ritenute più idonee ai bisogni di sviluppo evolutivo dei minorenni. Il tema della tutela del diritto del minore a crescere in famiglia è stato ulteriormente rilanciato negli anni successivi. Nel 2012 la Conferenza Unificata Stato, Regioni, e Province autonome e Autonomie locali ha approvato le Linee di Indirizzo per l'affidamento familiare e, nel 2015, la Legge 173 in materia di continuità affettiva e l'attivazione di un tavolo di esperti - da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - deputato alla elaborazione delle Linee di indirizzo nazionali sule comunità residenziali per i minorenni.
Un importante processo di riforma che è stato accompagnato da un monitoraggio costante del fenomeno. Secondo i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel 2017 i bambini e i ragazzi in affidamento familiare in Italia - esclusi i minori stranieri non accompagnati - sono oltre 14.000. I dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Quaderni della Ricerca Sociale numero 46 inoltre, evidenziano un divario sostanziale tra le varie regioni d'Italia in materia di ricorso all'affidamento familiare in luogo del ricorso a comunità residenziali.
Il Molise si colloca come fanalino di coda tra le regioni in cui prevale l'accoglienza dei minori nei servizi residenziali presenti sul territorio.
È evidente che per tutelare il diritto dei bambini e dei ragazzi a crescere in famiglia un iter di riforma legislativa non è sufficiente. Occorre da un lato che le associazioni territoriali si impegnino, che le famiglie si aprano all'accoglienza e che le istituzioni rendano tutto ciò praticabile e affidabile. Perché è così importante ricorrere all'affidamento familiare quando non è stato possibile prevenire l'allontanamento del minore dalla propria famiglia? Parliamo di bambini che hanno sperimentato nella loro quotidianità la sofferenza del maltrattamento, dell'abbandono, della solitudine. Troppo presto hanno imparato che non ci si può fidare! Solo un ambiente familiare, di cura e di empatia, può guarire ferite così profonde. Ed è solo una esperienza positiva di calore familiare che influenza la capacità dei bambini di mettersi in relazione con sé stessi e con gli altri in tenera età e, nel futuro, come adulti all'interno della società.
Cosa possiamo fare? Confido - www.progettoconfido.it - è un progetto di innovazione sociale del Forum delle Associazioni Familiari, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha l'obiettivo di creare una rete tra la comunità (famiglie, associazioni) e i servizi territoriali pubblici per promuovere la conoscenza dell'affido e dell'adozione attraverso corsi di informazione e formazione all'accoglienza. È un'occasione preziosa per sostenere i bambini e i ragazzi e le loro famiglie, che il più delle volte sono famiglie fragili che hanno solo bisogno di un aiuto temporaneo per attivare le proprie risorse. Ma è anche una occasione per ciascuno per riscoprire quella dimensione di reciprocità che un tempo avveniva in maniera naturale, evidenza di un senso di appartenenza emotivo, sociale e culturale e che trova espressione nel vecchio adagio africano che "per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio!".
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