Ultime incursioni cristiane nelle canzoncine per bambini

16.10.2024

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di Chiara Franchitti

Riprendiamo la nostra riflessione in fatto di incursioni, avviandoci a conclusione e richiamando unʼaltra celebre eccezione, caso rarissimo in cui è ammesso, anche su larga scala, citare un brano veterotestamentario. Si tratta della canzoncina Ci son due coccodrilli, utilizzata persino in una pubblicità televisiva di qualche anno fa di un budino. Ovviamente il riferimento è allʼepisodio dellʼarca di Noè e del diluvio narrato nel libro della Genesi. Nelle strofe del canto è esplicitato lʼintervento del Signore, la collaborazione di Noè, e si parla chiaramente anche di "colpa" e di "salvezza", ma trattandosi solo delle strofe, non importa, ciò che conta è il ritornello. Del resto pure l'Inno dʼItalia ha tante strofe, ma stan bene lì dove sono.

Questo breve excursus è indicativo di quanto nonostante le restrizioni e i divieti espliciti o impliciti, incursioni e semina Verbi sono ancora sparsi nelle nostre canzoncine in uso consapevole o inconsapevole. Questo avviene in ambienti scolastici laici e in ambienti ludici o associativi, in entrambi i casi laici. Poi ovviamente se ci spostiamo in contesti più specificamente cristiani come aule di catechismo, oratori, parrocchie o associazioni e movimenti cattolici, oppure a scuola nellʼora si religione, troviamo ancora tanti classiconi che conservano alta da decenni la posizione nelle hit parade del loro genere peculiare, quasi incontrastati, come Non si va in cielo in Pininfarina, Le mie mani son piene, L'amore del Signore è meraviglioso, Camminerò, Gesù che sta passando proprio qui, Siamo figli di Dio, Sono io a far comunità, Io ho un amico che mi ama, Dove troveremo tutto il pane, Lui ci ha dato i cieli, Quando il cristiano baila e tanti tanti altri, più o meno sensati, più o meno banali e che contengono a volte più a volte meno un riferimento scritturistico o comunque un insegnamento cristiano, fino a giungere al tormentone martellante, di quelli che vorresti in ogni modo scacciare, ma non si tolgono dalla testa come Cacca al diavolo, fiori a Gesù. E qui stendiamo un velo pietoso e scherzoso.

Lascio un finale omaggio, serio stavolta, al grandissimo cantautore Angelo Branduardi, maestro indiscusso di livello altissimo, nel cuore di tutti gli italiani come pure di tanti altri fan nel resto del mondo, non solo cristiani, ovviamente. Qualcuno più amante del suo stile inconfondibile e unico conoscerà anche lʼalbum Lʼinfinitamente piccolo, ad esempio, o la canzone Vanità di vanità, veri capolavori, ma tutti indistintamente, dai più piccoli ai meno piccoli, conoscono Alla fiera dellʼest, in cui senza porci alcun tipo di problema cantiamo tranquillamente che «infine il Signore, sullʼangelo della morte», come se la vita che continua fosse normale argomentazione condivisa e anche il Signore che ha lʼultima parola su tutto, persino sulla morte.

Tante volte dunque nel voler fare ostinatamente gli aconfessionali e i super partes continuiamo a imbatterci nelle cosiddette "radici cristiane" senza neanche accorgercene, tanto sono radicate, come quando tra i simboli del Natale – e torniamo all'inizio del discorso – privilegiamo Babbo Natale, in quanto simbolo laico, non cristiano, senza sapere o non considerando che quellʼuomo non è altro che San Nicola, un santo evidentemente generoso e quellʼabbigliamento tipico, che noi tutti consideriamo caratteristico di Babbo Natale, non sono altro che camauro e mozzetta in velluto rosso con bordo di ermellino, paramenti sacri in uso fino a Benedetto XVI. Per non parlare del nome stesso di Babbo Natale che "solo" in italiano non fa riferimento esplicito al santo, ma non è un segreto che nei paesi anglofoni si chiami Santa Claus, in quelli francofoni Saint-Nicolas, nel Benelux (e non solo) Sinterklaas, in tedesco Sankt Nikolaus, … in latino Sanctus Nicolaus e così via. Per cui stiamo attenti. Lʼignoranza non fa mai bene, né se si è cristiani né tantomeno se si è laici, non credenti. Tutto si può dire, tutto si può fare – Dilige et quod vis fac (Ama e fa' ciò che vuoi) dice Sant'Agostino –, ma con scienza e con coscienza. È bene essere sempre attenti, curiosi, indagare, ricercare, studiare, approfondire, non "abboccare" con facilità alle fake news o non prendere tutto come oro colato, con superficialità, neanche le canzoncine per bambini, perché da ogni esperienza è possibile trarre insegnamenti.

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