Tra svolte epocali e pietre miliari le chiacchiere stanno a zero, come i conti degli autisti
Avevamo già nei giorni scorsi criticato l'entusiasmo con cui alcuni sindacati avevano accolto le parole dell'Assessore Pallante in merito al mancato pagamento degli autisti del trasporto pubblico in Molise.
Ad oggi 110 dipendenti del trasporto pubblico locale - come fa sapere la Faisa Cisal Molise - sono senza gli stipendi di ottobre, novembre e tredicesima (e tra poco mancherà anche dicembre), mentre altri 180 che si sono visti accreditare lo stipendio di ottobre, - finito prima ancora di arrivare perché gli autisti ATM sono costretti ad indebitarsi per vivere - attendono novembre e tredicesima.
E così, come ormai da anni, dopo Natale senza soldi, gli autisti ATM si preparano a vivere nello stesso modo anche il Capodanno.
Fonti certe ci attestano che la Regione avrebbe liquidato l'Azienda, ma questa pare proprio non interessarsi minimamente dei propri dipendenti.
Sarebbe bello sentire dall'Azienda se oltre che minacciare i dipendenti che chiedono il riconoscimento di un diritto sacrosanto e perché stanchi si stanno rivolgendo alla Stampa, davvero non hanno altro da dire. Sarebbe bello sentire cosa ha da dire il Signor Larivera in merito a centinaia di famiglie che non sanno più come vivere, che non sanno come pagare il fitto, che non sanno come pagare le bollette, come fare la spesa.
Altro che Conferenze Stampa da sogno, come quella del 30 dicembre scorso, altro che pubblicità nelle grandi stazioni e aeroporti, altro sontuosi alberi di Natale come quello allestito dalla Regione Molise nella Stazione Termini a Roma... Tutto questo sarebbe legittimo e giusto se prima si operasse per il riconoscimento dei diritti, per la giustizia sociale, per una equa remunerazione del lavoro di tutti.
E' ora che certe concessioni si diano a società che hanno solide basi e forza economica. Non si può più tollerare che soldi pubblici finiscano nelle mani di chi se ne frega dei propri dipendenti.
Nonostante i miliardi elargiti, si scopre, infatti, che queste società non solo non pagano le quote sindacali, i contributi e gli stipendi ai dipendenti, affamandoli, ma quando lo fanno scatta il discrimine a seconda se fai parte di una organizzazione sindacale o meno o se fai vertenza, o se parli con i giornali o meno.
Il lavoro è un diritto di tutti non è un favore concesso, la retribuzione per il lavoro svolto è un dovere sacrosanto!