Soliloqui!

30.05.2021

L'altro giorno osservai per lungo tempo un signore che muovendo le labbra ed agitando le mani, nel clima di un'adeguata mimica facciale, evidentemente parlando da solo, cercava di attribuirsi la giusta ragione ... M'impressionò la forza delle sue argomentazioni, qua e là sottolineate da assensi e da conclusioni di natura pressoché assoluta ... Io, che evidentemente immaginai una selva di argomentazioni che non percepii per nulla, non potei fare a meno di approvare. Dissi: «è proprio così», e lo dissi a bassa voce nel momento stesso in cui per fortuita coincidenza quel signore incrociava i miei occhi. Sulle prime egli si fece rosso, poi rise di gusto e infine si allontanò tra la folla, lasciando a me di rimproverare me stesso per aver forse interrotto sul più bello un'argomentazione meritevole di andare sino alle estreme conseguenze... Avrei potuto risparmiarmi il commento, certo, ma fu cosa spontanea, non voluta...o forse meglio normale per me... E nemmeno cattiva. Ero stato coinvolto dalla mimica. 

E forse quel signore, che pure scappò via, aveva bisogno proprio della mia approvazione. Magari un attimo prima quelle parole, davanti alla moglie o al capo ufficio, non erano uscite con la stessa forza argomentativa con cui erano uscite adesso ... O, magari, a causa della mia approvazione, quel signore poteva supporre che sarebbero uscite fra poco con la stessa forza argomentativa con cui uscivano adesso e che avrebbero convinto l'interlocutore con la stessa evidenza con cui avevano convinto se stesso e me ... Forse egli aveva sorriso per questa ragione ... Vero è che la tendenza a parlar da soli è destinata a crescere ... Le disarmonie aumentano e l'aumento dei parlatori solitari è direttamente proporzionale all'aumento delle disarmonie storico-sociali ... I perdenti, la più parte, sono sempre più destinati a parlare da soli. E non è detto che i vincenti siano necessariamente i migliori. Il parlar da soli, anzi, è espressione molto spesso di rabbia impotente, la rabbia peggiore, quella che nasce dal sapere che la verità è altra rispetto a quella che si è imposta e che al soggetto manca ogni possibilità per dimostrarlo. Oggi, l'argomento, non vale per sé, vale per chi lo dice. La verità di una proposizione è decisa da chi l'argomento propone. In questo senso, il bello vince sul brutto e chi è alto su chi è basso. Il forte trionfa sul debole. Il ricco sul povero. Chi ha voce in capitolo su chi voce in capitolo non ha. Chi conosce tre lingue strozza chi ne sa una sola, e chi è veloce arriva sempre prima rispetto a chi veloce non è. Il potere, come è stato detto, logora chi non ce l'ha, e il dritto vince sempre sull'allocco. Il nome abilita alla corsa e chi è senza nome regge perennemente il moccolo ... Capisci, com'è? L'argomento non vale per sé, vale per chi lo porta ... E chi non è in grado di portare un argomento, perché manca delle giuste condizioni, portasse pure la verità, è destinato a soccombere sempre e, prima o poi, a parlar da solo, perché nel mondo delle opinioni e dell'apparenza, la verità finisce col ridursi opinione di pochissimo conto anch'essa. La gente votata a parlare da sola è la gente sconfitta e per questo il fenomeno è destinato a crescere. Se però consideri che non ci sono vincenti e perdenti in assoluto, e che il vincente di oggi o di qui può essere il perdente di domani o di là, capisci subito che hai trovato il presupposto d'una crescita di tipo geometrico e, in prospettiva e in modo sempre più precipitato, la rivincita sarà affidata all'elucubrazione solitaria. Sta per nascere un nuovo mestiere, io credo. 

Nasceranno gli scrutatori e gli approvatori delle argomentazioni solitarie, anche se si tratterà di mestiere temperato dalla scoperta e dall'affermazione del cellulare, che, da un certo punto di vista è un vero bijou: da una parte infatti tutela e garantisce la privacy, mentre dall'altra agisce da muto e consenziente consultore psicologico. Si deve riconoscere al cellulare una disponibilità a misura di domanda pressoché totale. Ti fa sentire importante ... Ti da la possibilità di parlare quando non te la darebbe nessuno. Secondo me, alcuni si fanno chiamare apposta per sentirsi importanti e per farsi riconoscere come tali ... Sanno di quella riunione, e si fanno chiamare nel bel mezzo di essa ... «Mi chiamano, scusate un momento ...»: è da persone che contano, no? Magari andranno a parlare da soli, l'effetto però ... Secondo me, alcuni hanno le chiamate anche programmate ... Non a caso, come è stato detto da studiosi di calibro, il cellulare ha avuto successo per queste tre ragioni. Intanto consente alle persone di sentirsi importanti e al centro dell'attenzione. In secondo luogo, quando si è a corto di argomenti, si può sempre dire «Mi chiamano urgentemente. Scusate! »... Infine, ed è il caso che più c'interessa, grazie al cellulare si può parlare tranquillamente da soli senza avvertire il benché minimo imbarazzo e senza rischiare di essere presi per pazzi ... 

E non solo si può parlare da soli, ma si può anche parlare con sicurezza d'argomenti non altrimenti saputi che nel suono di parole imparate a memoria, come certe prediche domenicali, tanto dall'altra parte non c'è nessuno che debba contestare e chi ascolta non oserebbe mai farlo altrimenti che ridendo sotto i baffi. Immaginate: «La palengenetica obliterazione dell'io cosciente che s'infutura nell'archetipo prototipo dell'antropomorfismo universale...». Non saprei se la frase dica qualcosa; suona bene, però, crea stupore, esalta chi la pronuncia ed incanta chi l'ascolta. Obiettivo raggiunto, dunque, vecchio trucco degli adolescenti di una volta davanti alle ragazze d'una volta anch'esse ... 

E, in fondo, quella del cellulare è una scoperta riuscita perché soddisfa e s'innesta prepotentemente nel nostro contesto culturale come ragione di credito assoluto ... In un mondo opaco ai rapporti, nel quale le sicurezze sono ogni volta meno e dove la solitudine è tragicamente in agguato, il cellulare risponde sempre e comunque; garantisce e annuisce, è disponibile, dice quello che vogliamo sentirci dire, non chiede nulla, ascolta fino a che vogliamo e scarica da ogni frustrazione, facendosi, come abbiamo detto, quel psicologo personale di cui, e sempre più, tutti abbiamo bisogno; tanto più, vorrei dire, da quando è venuta meno la nobile figura del vecchio confessore dalla talare sdrucita e dall'occhio palpitante.

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