Sete di profezia...
Non ci sono più profeti. O più nessuno crede ancora alla profezia.
Profezia non è un decollare dalla realtà verso cieli mistici e sacrali, verso un futuro mitico, riproducendo le illusioni delle ideologie: è invece essere fedeli alla storia, tenendo i piedi ben piantati sulle vie del mondo anche a costo di impolverarli; è restare figli del proprio tempo, della società e della cultura in cui si è immersi, per divenire però padri di una generazione nuova, estranea all'attuale non perché disadattata o ribelle, ma perché capace di ricreata. La stessa Incarnazione, che è nel cuore del cristianesimo, è una croce d'amore piantata nel terreno della storia per ricomporre la frattura tra il trascendente e l'immanente, tra il tempo e l'eterno, tra lo spazio e l'infinito, intrecciando così in un nuovo incontro uomo e Dio. Non abbiamo più profeti, o forse nessuno crede più in essi... Eppure viviamo profonda sete di profezia.
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