Ricominciamo dal bello
"La bellezza salverà il mondo". Chi non ha mai sentito questa famosissima citazione di Fëdor Dostoevskij? Noi da sempre siamo convinti che il noto scrittore russo avesse ragione, e oggi proveremo a capire perché è così importante questa bellezza.
Ma cos'è il bello?
Non esiste un significato unico di "bello", il bello è un concetto soggettivo. In filosofia si insegna che "Non è bello ciò che è bello, ma ciò che appurato piace". Seppur si possano individuare persone, paesaggi, oggetti, opere d'arte che possono essere considerate belle da molti; la bellezza è negli occhi di chi guarda.
Anzi è negli occhi di chi osserva. Perché è proprio osservando che si riescono a cogliere tutti i particolari, e i dettagli che risvegliano i sensi. Essi fanno provare emozioni e permettono di definire ciò che riteniamo bello.
Se analizzassimo il concetto di bellezza nel corso dei secoli vedremo come esso abbia subito dei grandi cambiamenti, dal punto di vista estetico, etico e morale. Prendiamo per esempio le Veneri preistoriche, simbolo di fecondità e maternità ma profondamente diverse dai canoni di bellezza estetica attuali.
Il concetto neoclassico di bellezza coincideva, infatti, con il buono ed eticamente corretto, o con il fascino e lo stupore che la natura catastrofica stimolava in epoca romantica.
Si può quindi educare alla bellezza oggi?
La domanda a questo punto risulta ovvia, se il bello è un concetto soggettivo e mutevole nel tempo, lo si può insegnare?
Educare al bello significa insegnare a saper cogliere quel qualcosa di diverso da noi stessi che ci arricchisce, ci completa, e ci fa crescere. Significa anche educare all'ascolto, all'attenzione, all'osservazione e alla consapevolezza che tutto ciò che ci circonda è profitto.
Educare alla bellezza significa coinvolgere i bambini e i ragazzi a migliorare il loro spirito critico, e suscitare in essi la voglia di tutelare, custodire, imitare ciò che ritengono bello.
Si tratta, dunque, di insegnare a rintracciare le qualità positive che ci sono nella nostra realtà quotidiana. Spesso nella società frenetica in cui viviamo si è persa l'abitudine ad osservare, a riflettere, a sentire e percepire le emozioni che si provano.
È decisivo comprendere quanto sia importante formare i ragazzi ad acquisire consapevolezza di sé e del mondo che li circonda. Ma per farlo c'è bisogno di adulti che siano educati al bello.
Avete provato mai a leggere i testi delle canzoni, ad esempio, che i nostri ragazzi ascoltano tutti i giorni, tutto il giorno? Provate a farlo. Scaricate un testo da internet e provate a leggere le parole. Non vogliamo essere noi a dirvi cosa troverete, ma provate.
Capirete quanto importante sia davvero tornare a parlare del bello, a educare alla bellezza come stile di vita. Quando vediamo monumenti sfregiati con le bombolette, quando vediamo monumenti vandalizzati, quando, immersi nella meraviglia della natura, siamo costretti a scontrarci con immondizia, bottiglie di plastica, sporcizia… quando assistiamo a programmi televisivi che ci presentano la dura realtà "della notte" dei più giovani, la prima e più naturale reazione è l'indignazione, la rabbia e, diciamolo, ci sta!, ma tutto questo dovrebbe portarci davvero a ripensare l'urgenza di tornare a educare alla bellezza. Di lì verrà il rispetto. Di lì la capacità di accogliere le diversità. Di lì, forse, la consapevolezza che i nostri ragazzi, a volte sono troppo giovani per educarsi da soli e che gli adulti, troppo volte, abbiano abdicato al loro compito di educatori.
E' un impegno difficile, costa fatica. Servono impegno e cura costanti. Ma è la via per un mondo migliore.