Quaresima. La profezia di Gen 3,19 : il ritorno alle origini

13.02.2024

Inizia domani con l'austero segno delle ceneri il tempo forte della Quaresima. Una riflessione sul significato dell'espressione biblica

di Egidio Cappello

È importante leggere e riflettere sulla espressione di Genesi 3, 19 che, nella liturgia di mercoledì delle Ceneri, occupa uno spazio rilevante. È il monito, dall'aspetto tenebroso, lanciato da Dio ad Adamo, dopo l'evento peccaminoso. Le parole sembrano pietre, imbrunite da possibili scenari drammatici per uomo e la vita umana: "polvere tu sei e in polvere ritornerai", questa l'espressione su cui riflettere. Dio sembra ricordare all'uomo la povertà della esistenza umana, la povertà della ragione umana, la nullità del desiderio e del coraggio umani, e quanto sia insignificante e forse nocivo tendere ad andare oltre, a cercare di superare i propri limiti, a creare situazioni nuove, a procedere in un percorso di affannosa ricerca di pienezza e di perfezione. 

 Ci rifiutiamo di pensare che Dio, sulla base delle conoscenze che abbiamo di Lui, abbia espresso quelle parole, con quel significato, nei confronti di Adamo, e ci rifiutiamo ancor più di interpretare quelle parole come un giudizio di radicale negatività dell'uomo e dell'esistenza umana. Crediamo infatti che anche dopo il peccato delle origini, Adamo rimanga, agli occhi di Dio, la più preziosa delle creature. Pensiamo pertanto che il riferimento alla polvere non abbia alcunché di minaccioso o di terribile, ma che contenga in realtà la profezia più significativa ed edificante fatta da Dio all'uomo. Ma leggiamo attentamente il testo, ipotizzando lo scenario emotivo di Adamo, di Eva e del maligno, nei momenti che seguono all'atto peccaminoso commesso. Queste le parole rivolte ad Adamo: " Maledetto sia il suolo per causa tua. Con dolore ne trarrai il cibo e mangerai l'erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai". 

La profezia è fatta dei seguenti punti fondamentali: la responsabilità di Adamo per il proprio allontanamento dalla terra di origine con la conseguente ostilità del suolo, la scelta del lavoro estenuante e faticoso per vincere l'ostilità del suolo e ricavare da questo il cibo, e il conseguente nutrimento ridotto ad erba campestre, la nascita del lavoro umano e la conseguente estenuante fatica per vincere l'ostilità della terra e ricavare da questa il pane per nutrirsi, la temporaneità dello scontro con la terra, infine il ritorno alle origini ossia il ritorno alla terra, ritorno dettato dall'essere nato, Adamo, dalla terra e destinato alla terra. Il discorso di Dio è chiaro : il peccato allontana l'uomo dalla sua terra d'origine creando separazioni e ingiustizie di ogni tipo, ma l'uomo è destinato a ritornare a quel luogo perché è nato in quel luogo e in più perché è fatto della terra di quel luogo. 

Ecco allora la profezia che abbiamo presentato come la più significativa e la più edificante fatta da Dio all'uomo: la temporaneità della lontananza e il necessario ritorno dell'uomo alla terra d'origine. Il peccato non annienta l'uomo, anche se lo rende fragile di fronte alla forza del male, e non annienta la volontà di Dio di avere tutti, al proprio cospetto, nella terra della luce e della verità. In un momento di penitenza, proprio della Quaresima, il credente ha bisogno di riflettere sulla propria responsabilità di fronte al peccato, di fronte a determinate scelte inumane, che si ripetono nella storia, scelte motivate da orgoglio e da egoismo, ha bisogno di riconoscere la fatica come elemento che distingue il cammino della vita e in particolare la ricerca della perfezione umana, ha bisogno infine di percepire e di convincersi che la forza del peccato è destinata ad esaurirsi in quanto il ritorno dell'uomo alla propria terra è nella natura umana e nella volontà di Dio. La polvere, di cui è fatto l'uomo, è la terra benedetta dell'Eden, terra raccolta e ordinata dalle mani di Dio, terra vivificata dallo Spirito di Dio, terra preziosa da cui scaturisce l'essere immortale qual è l'uomo. E' segno di grandezza e di dignità per l'uomo, pensare che le proprie origini sono nella terra di Eden, terra che costituisce, nello stesso tempo, la destinazione di ogni uomo. 

 La profezia dice allora che le sofferenze sono momentanee, che l'angoscia è legata ad eventi storici, che i problemi sono comprensibili e superabili seguendo e rispettando le leggi del bene, dice infine che l'umanità viaggia, certo con tortuosità innegabili, verso la edificazione di un mondo nuovo. E' difficile credere a quanto abbiamo detto, mentre immagini di distruzione, di macerie, di gridi di aiuto, di sangue sparso per ogni dove, di sofferenza, di fame e sete, di ingiustizia, affliggono i nostri occhi e demoliscono le nostre menti. Siamo più forti del dolore che proviene da quelle immagini e ne abbiamo sempre più prove. Sarebbe bello che tutti i penitenti che riceveranno la cenere sul proprio capo, siano felici, consapevoli che la Quaresima è preparazione alla gloria di Dio e alla gioia dell'uomo. Dio ci insegna a coniugare la penitenza e il sorriso, la tristezza e la gioia, affinché le lacrime di ciascuno, unite al sudore della fronte, raccontino insieme le ragioni della felicità umana.            

©Produzione riservata

Segui la nostra informazione anche su Facebook o unendoti al nostro gruppo WhatsApp e visita il nostro canale Youtube