"Per un'Europa più unita, più solidale e forte", tutti in piazza il 15 Marzo

09.03.2025

Il mondo delle volontariato, delle associazioni, delle imprese e degli industriali, la società civile, tutti in piazza per ritrovare le motivazioni più profonde che hanno portato i popoli europei ad unirsi. Un'unica bandiera: quella blu con 12 stelle 

di Paolo Scarabeo

È un momento storico molto delicato, quello che stiamo vivendo, in cui la violenza, l'arroganza, l'aggressione, la volgarità stanno soppiantando i valori profondi della solidarietà, della fraternità, dell'inclusione. Quei valori che credono nell'uomo e lo mettono al centro come soggetto e oggetto del vivere comune. Quei valori che hanno costituito le radici dell'Europa e che oggi chiedono a gran voce di essere riscoperti e difesi e rimessi al centro.

Sabato 15 Marzo, proprio per un'Europa più unita, più solidale e forte il mondo del volontariato, delle associazioni, delle imprese, degli industriali, la società civile, i partiti (rigorosamente senza bandiere) si ritroveranno in Piazza del Popolo a Roma e in moltissime altre piazze italiane. Un'unica bandiera, quella blu con dodici stelle.

Noi di QuintaPagina, fieramente convinti dell'urgenza di una Europa che si ritrovi e si lasci rinvigorire dai valori che l'hanno fondata fino a ritrovarsi negli Stati Uniti d'Europa, ne abbiamo parlato con Giuseppe Lumia, più volte parlamentare, già presidente della Commissione antimafia e anima del mondo del Volontariato.

Lumia, perché scendere in piazza il 15 Marzo?

Il 15 Marzo sarò a Roma, alla manifestazione "Una Piazza per L'Europa". Bisogna partecipare perché si avverte in modo sempre più forte il peso della minaccia che incombe su tutti noi europeisti convinti. La costruzione della completa unità Europea è in notevole ritardo, ma non è mai troppo tardi per cambiare in meglio. È un detto che vale nella vita quotidiana ma a maggior ragione possiamo applicarlo in questo caso, per un futuro di pace e di benessere del nostro continente.

In questi ultimi anni, e soprattutto in questo momento, l'Europa appare in difficoltà. Sembra non sapersi ritrovare. Perché?

L'Europa è senz'altro vecchia e piena di acciacchi. È da tempo in una fase critica e via via si è passivamente adeguata alle questioni più negative presenti al suo interno e nel contesto internazionale. Troppe disuguaglianze di reddito, a danno del ceto medio-basso, di genere, a danno delle donne, generazionali, a danno dei giovani, e territoriali, a danno delle aree interne. Troppi negazionismi nei confronti della presenza delle mafie e della corruzione. Troppi disagi ed emarginazioni, soprattutto nei quartieri periferici delle città. Troppi colpi inferti all'ambiente e al clima. Troppi limiti, contraddizioni e incertezze davanti alle sfide drammatiche poste dalle guerre in Ucraina e in Palestina, dalla povertà diffusa e dall'immigrazione, dalla manipolazione delle notizie in rete, dal predominio dei monopolisti a livello digitale e satellitare, dalla gestione dell'intelligenza artificiale.

Ma neanche le più gravi responsabilità giustificano una reazione "regressiva", che porterebbe a compiere passi indietro verso il ritorno agli Stati-nazione, che hanno causato ben due guerre mondiali e che oggi risulterebbero tagliati fuori dai processi globali per diventare "colonie" in balia dello strapotere dei player economici finanziari politici alla Musk.

Come far fronte a questo? Cosa serve?

Dobbiamo promuovere un impegno "progressivo" ricco di progettualità e passione, per ripensare e riprogettare l'Europa avviando il percorso costituente degli Stati Uniti d'Europa.

L'assetto attuale dell'Unione Europea è "confederale", nel quale sono dominanti i singoli Capi di governo, a danno della partecipazione democratica e del ruolo del Parlamento e del Governo europei. Inoltre, il sistema del voto all'unanimità e del diritto di veto finisce per bloccare qualsiasi decisione politica, con conseguenze particolarmente gravi soprattutto quando si tratta di questioni fondamentali. È criticabile anche l'eccesso di burocratismo nei confronti di qualunque opportunità di sviluppo economico, anche sostenibile, messa a disposizione delle comunità locali.

Il percorso da intraprendere è pertanto quello "federale", che dà ai cittadini il potere di formare un Parlamento europeo con veri poteri legislativi, che è caratterizzato da un Governo realmente sovrano rispetto ai singoli Stati membri e una giustizia europea competente a giudicare sui reati più gravi, nonché da una polizia ed un esercito comuni, così come da un fisco e un reddito da lavoro omogenei. Questo aprirebbe enormi opportunità, tra l'altro, sul piano del rilancio del welfare, della lotta alle mafie e al cambiamento climatico.

Cosa chiede a chi oggi ha in mano le sorti del "vecchio continente", e quali speranze?

Un'Europa forte, coesa e solidale sarebbe in grado di fronteggiare il gioco distruttivo della Russia, della Cina e degli attuali Stati Uniti e di indirizzare un'agenda nuova della governance globale, per perseguire i valori della Pace autentica, della Giustizia applicata ed equa, della Salvaguardia del Creato effettiva.

Il mondo del Volontariato, del Terzo Settore, della Società Civile organizzata, della Scuola, dell'Università deve sentire come proprio l'impegno per un amore liberante dell'Europa e proiettarla così verso le nuove generazioni, che già sentono e pensano "europeo".

E allora, l'appuntamento è per sabato 15 marzo, in piazza del Popolo a Roma o in qualsiasi piazza d'Italia in cui ci ritrovi, tutti, convintamente per chiedere un'Europa che sappia essere protagonista! 

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