Oltre la torre di Babele
C'è un'immagine, molto efficace, con cui descrivere l'attuale contesto comunicativo: la Torre di Babele, ossia il luogo in cui - secondo il racconto biblico - prendono forma le differenze di linguaggio tra gli uomini. Diciamo la verità: con le nuove tecnologie comunicare è molto più facile. Ma non è cresciuta, allo stesso modo, la consapevolezza del "valore" del comunicare, ossia di quell'atto trascendente che porta a riconoscere quel "tu", altro da me. Di per sé è una limitazione all'"io", allo spazio individuale, ma è senza dubbio un farmaco per l'autoreferenzialità con tutti i suoi limiti: semplificazione, conformismo, relativismo, omologazione... Nella babele di tutti i linguaggi finisce per perdersi il buon senso. Ecco, allora, l'imperativo categorico: recuperare la dimensione umana ed esistenziale della comunicazione.