Minori: quando è possibile prevenire l’allontanamento.
di Marilena Di Lollo
Il tema dell'affido dei minori è un tema sempre delicato e molto particolare. A volte si rende necessario l'allontanamento dei minori dal proprio ambiente. Ma quando invece è possibile prevenire l'allontanamento?
La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, all'articolo 24, riconosce i minori titolari di diritti indipendenti e autonomi e prevede che, negli atti compiuti da autorità pubbliche e istituzioni private, l'interesse superiore del minore debba essere considerato preminente. Per ribadire il vigoroso impegno di tutte le istituzioni europee e degli Stati membri a promuovere e garantire tali interessi, il programma UE si traduce in politiche che passano attraverso la tutela dei minori, il sostegno alle famiglie e il sostegno alla genitorialità.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con l'Università di Padova, nel 2011 ha lanciato un progetto sperimentale, in dieci città riservatarie, conosciuto con l'acronimo P.I.P.P.I., Programma di Intervento e Prevenzione dell'Istituzionalizzazione. Il Programma persegue la finalità di innovare le pratiche di intervento nei confronti delle famiglie cosiddette negligenti e prevenire il rischio di allontanamento dei bambini dal nucleo famigliare di origine.
Nello specifico, P.I.P.P.I. assume, come target, quelle famiglie che evidenziano "una carenza significativa o un'assenza di risposte ai bisogni di un bambino, bisogni riconosciuti come fondamentali sulla base delle conoscenze scientifiche attuali e/o dei valori sociali adottati dalla collettività di cui il bambino è parte" (Lacharité, Éthier et Nolin, 2006).
La maggiore risorsa messa a disposizione dal Programma è l'équipe multidisciplinare che si compone dall'assistente sociale, lo psicologo, l'educatore, una famiglia d'appoggio, gli insegnanti. È un modello che cammina su un doppio binario, da una parte l'azione partecipata e consapevole della famiglia, dall'altra l'esigenza di un intervento integrato tra professionisti, organizzazioni e comunità educante, processi attuati nei vari livelli di vita della famiglia e del bambino.
Le risultanze del Programma P.I.P.P.I. hanno dimostrato, su tutto il territorio nazionale, che l'implementazione di un lavoro integrato tra i vari soggetti coinvolti (istituzioni, professionisti, rete informale) è una opportunità per le famiglie a rischio di potenziare le proprie risorse interne. La comunità può e deve mettersi in gioco, non occorre fare grandi cose. Essere una famiglia d'appoggio, ad esempio, significa dare un aiuto "leggero" ma prezioso: supporto nei compiti, accompagnamento a scuola, far vivere esperienze nuove e stimolanti a quei bambini e ragazzi le cui famiglie vivono un momento di fragilità. Prendersi cura di un bambino significa prendersi cura della sua relazione con la famiglia ma anche delle relazioni tra la famiglia e il mondo esterno.
©Produzione riservata
Unisciti al nostro canale Telegram, resta in contatto con
noi, clicca qui