‘La zona d’interesse’, oltre il muro di Auschwitz
Il film di Jonathan Glazer, premio Oscar 2024 per Miglior Film Straniero e Miglior sonoro, è stato riproposto nelle sale cinematografiche per la Giornata della Memoria della liberazione dal campo di Auschwitz - Birkenau (27 Gennaio)
Giulia Zinedine Fuschino
Quel che non si vede ma si percepisce – Quello che lo spettatore ha visto, vede o vedrà non è il campo di sterminio più grande che il regime nazista abbia creato, bensì le sue mura. Dalla finestra di una piccola casetta adiacente, dal suo giardino, in cui trascorre serenamente la giornata la famiglia di Rudolf Hoss, SS e sovrintendente nella "zona d'interesse", si vede un alto muro di cemento con filo spinato. Non si vede altro se non il fumo nero e cenere che piove da grossi camini. Tuttavia, la famiglia e lo spettatore vengono coinvolti in rumori continui: treni, urla, spari, disperazione, lunghi silenzi.
Nessuno della famiglia sembra preoccuparsi di ciò che sente al di là del muro, nessuno si chiede chi sia questa gente così disperata: l'unico a saperlo è proprio il padre di famiglia, che cerca di assicurare una tranquilla e normale quotidianità alla famiglia, trasferitasi lì in Polonia, creando un giardino per la moglie, una piscina per i bambini e organizzando feste di compleanno.
Sviluppare una narrazione diversa è stato l'obiettivo del regista che ha preso le mosse dall'omonimo libro di Martin Amis del 2014. Una narrazione che parte da un rovesciamento di prospettiva: lo sterminio nazista non è visto dall'interno ma al di là dei cancelli del campo, anzi non è visto: è udito. L'immane tragedia è rimasta dietro un sipario da cui si intravedono ombre in forma di suoni: rumori netti, ma anche la colonna sonora di Mica Levi suggerisce il terrore e la sofferenza cupa. Lo spettatore viene immerso così direttamente nella "banalità del male", ossia la naturalezza e indifferenza che circonda una tragedia umana da parte di carnefici e non.
Il regista ha dichiarato di aver fatto una lunga ricerca nei documenti ufficiali delle SS nonché di aver visitato il Museo di Auschwitz-Birkenau e soprattutto ha visto la vera abitazione di Hoss che esiste ancora: il New York Times ha recentemente battuto la notizia che la casa nella "zona d'interesse" è stata adibita a museo, dopo che la sua storica proprietaria, una signora polacca, ha deciso di venderla.
Il film è uscito nelle sale in concomitanza col 7 ottobre 2023. Il regista ha dichiarato sul palco degli Oscar 2024:
«Ho voluto realizzare un film come La zona d'interesse per mostrare dove la disumanizzazione raggiunge il suo peggio... In questo momento, ci ritroviamo qui come uomini che confutano sia il proprio essere ebrei [Glazer è d'origine ebraica] sia il vero e proprio Olocausto in corso che ha portato al conflitto per così tante persone innocenti. Ecco: la disumanizzazione perpetrata dai tedeschi che ho tentato di ritrarre molto combacia come mai prima con la realtà di oggi, con la disumanizzazione che adesso stanno perpetrando sia Hamas delle sue vittime sia Israele della popolazione palestinese».
Ecco, la visione di questo film non può servire solamente per ricordare quanto è stato, ma per contribuire a quello sforzo incessante di rendere la memoria viva ed etica, altrimenti, «perché la memoria del male non riesce a cambiare l'umanità? a che serve la memoria?» (Primo Levi).