La potenza della natura umana
Stiamo vivendo un periodo epocale della nostra storia. Grandi rivolgimenti, in ogni settore della vita umana, si susseguono e impongono coinvolgimenti e pressioni: ognuno si sente più o meno attratto da ipotesi di realtà e mondi nuovi, per buona parte sconosciuti. Il mondo interiore è scosso. Pensieri, convinzioni, certezze, schemi di lettura e di valutazione degli eventi, progetti e propositi di vita, finiscono in un turbinio di significati che modificano gli schemi della comunicazione e creano nuovi mondi significativi. Tutto della persona umana è sconvolto, le stesse capacità razionali e le risorse creative dell'uomo. Un dubbio ci prende: gli eventi dei nostri tempi hanno modificato la natura umana e la ragione, che della stessa è la qualità primaria? Hanno azzerato la tendenza all'ordine, all'universalità, alla unitarietà, alla progressione, che distingue l'itinerario naturale della mente umana? Hanno cancellato l'apertura alla trascendenza e ai valori eterni che accompagna ogni atto della ragione? Hanno cancellato le regole di vita scritte di proprio pugno da Dio nella mente di ogni uomo? La sofferenza, l'angoscia, il terrore, l'impotenza, hanno leso la consistenza della natura umana? L'uomo è ancora l'essere che noi tutti conosciamo e che poniamo a modello della nostra vita? Le domande sono lecite, perché sono reali i timori che derivano dalla forza delle pressioni che spingono la natura umana all'annientamento di se stessa. Sono ancora più lecite perché nascono dalla volontà di costruire un argine contro il disorientamento culturale che molti vogliono far passare come la vittoria delle libertà personali su quanto debilita le capacità della mente umana.
Ho interpellato idealmente personaggi illustri del mondo politico, culturale, scientifico ed artistico, aperti e sensibili alla problematica, e ne ho ricavata, malgrado pessimistiche previsioni letteralmente fuori dal coro, una interpretazione dignitosa, ancora fondata sulla caparbietà della mente a credere nella eternità e nella inamovibilità delle qualità umane. La natura umana, è stato evidenziato, è una realtà inamovibile fatta di cultura, di filosofia, di arte, di scienza, di religione, di storia, di leggi, di eticità, di giustizia, fatta di autorevoli convinzioni religiose, etiche e sociali, malgrado le torture che provengono dall'angoscia esistenziale dei nostri tempi.
Ogni persona interpellata ha focalizzato la propria riflessione su un aspetto della psicologia dell'uomo di oggi vuoi la presenza della paura, vuoi l'angoscia per la consapevole incapacità di dominare e risolvere gli eventi negativi a beneficio dell'umanità, vuoi il pessimismo emergente, vuoi la eterna volontà distorta di personaggi che guidano la storia dei popoli, vuoi l'affievolimento della speranza e della fede in valori incrollabili, vuoi il bisogno di percorsi privi di grandi idealità. Ma tutti i giudizi espressi hanno manifestato la convinzione della incorruttibilità della natura umana, fondamento di storia politica, sociale e culturale, fondamento della ricerca di modelli di vita superiori, e condizione di speranza e di certezza per edificare un mondo più umanizzato, più solido, più ordinato secondo la geometria dell'intero creato. Dalle argomentazioni degli interlocutori deriviamo l'idea che la mente si apre naturalmente alla universalità e alla totalità, e contiene schegge di infinito e di eterno che nessun boia può decapitare.
La natura umana è uno scrigno di conoscenze, di virtù, di risorse, di tendenze, che ogni uomo possiede per la sola umanità di cui è rappresentante. Tutta la dinamica della vita intellettiva dipende da tale scrigno e non è pertanto un moto caotico ma un affascinante itinerario verso l'unità (itinerarium ad unum). Ho trovato validi motivi per sostenere che gli eventi storici non solo non cancellano alcuna qualità della natura umana ma la alimentano e la proteggono dalle angosce della vita. Credo che ogni atto della mente umana che apra al mondo e alla trascendenza, non sia frutto di acquisizioni culturali soggettive né di esperienze sensibili. Tutto ciò che riguarda l'uomo, io credo, ha un fondamento oggettivo.
La natura non nasce dall'uomo, non deriva da deliberazioni dell'uomo e non è soggetta alle intemperie dei tempi. Non capisco le congetture e le saccenterie che tendono a distruggere l'oggettività, l'eternità e la incorruttibilità della natura umana. Le letture fondate sulla elefantiasi dei singoli trovano collocazione marginale nello scenario della cultura di ogni tempo. Proclamo quindi ad alta voce che la natura umana è la disposizione fondamentale, precategoriale, eterna dell'uomo, e la sua incorruttibilità ne è la qualità più preziosa. L'uomo non costruisce la propria natura, a seconda del proprio umore giornaliero, l'uomo è storia, è concretezza, è tempo, è limitazione dell'unica eterna natura umana. La natura è fatta di saperi, di tendenze, di capacità, di virtù, di intuizioni, ed è tutto quanto la ragione possa utilizzare nell'esercizio naturale delle sue funzioni. La natura umana è volta al bene, è tendenza al bene, è volontà creatrice di bene. E la ragione è laboratorio di bene. Natura e ragione si identificano quando procedono nel rispetto delle leggi scritte dal creatore di tutte le cose.
La storia purtroppo disegna percorsi contrari alla natura umana e avversi al mondo della ragione. Il male che circola nel mondo, il male che crea egoismi, cattiverie, intolleranze, discriminazioni, guerre, violenze, è opera dell'uomo che nega la propria natura, che cancella le proprie fondamentali qualità, l'uomo che rifiuta la propria somiglianza con Dio e si getta, con consapevolezza, nel cestino della storia. Perché l'uomo è dotato di una natura eterna e di una ragione eterna? Perché tanto? Non ho mai pensato all'uomo totalmente figlio del tempo. Non ho mai creduto ad una natura umana figlia del tempo ed effetto di esperienze fattuali. Se questo fosse vero, dovremmo pensare a tante nature e tante ragioni quanti sono gli uomini. Se ogni uomo avesse la propria individuale natura e la propria specifica ragione, non sarebbe possibile alcuna comunicazione tra gli esseri umani. Sarebbe la vittoria del sofista Gorgia da Lentini che così sentenziò più di duemila anni or sono: l'Essere non è, se anche fosse, non sarebbe conoscibile, se fosse conoscibile non sarebbe comunicabile.
È la morte di ogni
relazione umana. Le nature dell'uomo e le ragioni dell'uomo sono in realtà
un'unica natura e un'unica ragione, e, data la qualità dell'una e dell'altra,
dobbiamo credere che solo Dio ne può essere autore. Questo il fatto
straordinario, questo il fatto che determina ogni nostra concezione della vita
umana. La natura umana e la ragione umana sono ad immagine della natura e della
ragione di Dio. Non capiremo mai il senso della incarnazione di Dio, se non
crediamo di possedere la sua stessa identità, se non crediamo alla
divinità dei nostri pensieri, alla divinità dei nostri passi, alla divinità
delle nostre sofferenze. Così la natura umana, mentre realizza se stessa, attua
il pensiero di Dio ed è protagonista del progetto divino di salvezza dell'umanità. Nell'atto creativo, Dio ha voluto che la più
preziosa delle sue creature, fosse ricca della propria natura divina. Ecco il
senso di questo intervento: sostenere che la natura umana è di origine divina e
quindi che la storia umana, attuazione della natura degli uomini di tutto il
mondo, è scritta di proprio pugno da Dio.