La battaglia ambientalista e l'affermazione politica
di Gian Marco Di Cicco
Dopo circa vent'anni di dominio della scena pubblica tedesca ed europea, la cancelliera uscente Angela Merkel ha deciso di non ricandidarsi alle ultime elezioni politiche, tenutesi lo scorso 26 settembre. La scelta, decisamente non strategica sul piano del successo elettorale, ha favorito le altre formazioni politiche che, fino ad oggi, avevano ottenuto un'affermazione certamente più esigua, a causa dello strapotere della stessa cancelliera uscente. Le primarie dell'Unione cristiano - democratica, compagine che ha guidato Angela Merkel per quasi due decenni, hanno visto la vittoria di Armin Laschet, un uomo dall'alto prestigio politico ma di caratura istituzionale inferiore rispetto al suo predecessore. Il confronto elettorale ha portato ad un esito in discontinuità con le precedenti competizioni politiche. Il Partito socialdemocratico tedesco (SpD) ha vinto con il 25,7% le elezioni del Bundestag. L'Unione, formata da Unione cristiano - democratica (Cdu) e Unione cristiano - sociale (Csu), è arrivata seconda, crollando al minimo storico del 24,1%. In questo scenario, i Verdi e il Partito liberaldemocratico (Fdp) divengono determinanti per la formazione del prossimo governo federale. Per la prima volta, come afferma il quotidiano "Frankfurter Allgemeine Zeitung", le due formazioni possono "dettare le condizioni" per la composizione della coalizione su cui si reggerà l'Esecutivo. Gli ecologisti hanno, infatti, ottenuto il 14,8%, mentre la Fdp si è attestata all'11,5%. I Verdi hanno mancato l'obiettivo del 20%, ma hanno visto le preferenze aumentare del 5,9 dalle elezioni del Bundestag del 2017.
Indipendentemente dall'analisi dello scontro politico di questo ultimo mese e dai risultati dell'ultima competizione elettorale, vorrei soffermarmi sulla portata dell'istanza ambientalista ed ecologista degli ultimi anni. Nello specifico, il partito dei Verdi tedesco ha ottenuto, fin dagli anni della riunificazione tedesca, dei risultati altalenanti ma, il 14,8% ottenuto la scorsa domenica, testimonia un'affezione da parte dell'elettorato rispetto alla tematica ambientalista. I cambiamenti climatici, gli ultimi eventi atmosferici estremi che hanno sconvolto e distrutto diversi Stati federati tedeschi negli ultimi mesi e l'esigenza di assicurare delle risposte politiche alle nuove generazioni, le quali rimarcano la necessità di cambiare rotta, rappresentano degli stimoli verso la compagine elettorale ecologista. La battaglia per un ambiente più sano e meno inquinato, si è spostato dall'ambito sociale e civile verso una preferenza di natura politica e partitica. Ciò nasce dalla consapevolezza che il nostro pianeta stia pagando le conseguenze di anni di negligenza della classe dirigente o dei semplici cittadini per scelte sconsiderate e fallimentari. La primaria considerazione delle istanze ambientaliste parte anche da una valutazione di carattere economico e gli incentivi statali per l'efficientamento energetico degli edifici o l'introduzione della raccolta differenziata obbligatoria nei centri urbani o lo stimolo ad acquistare veicoli elettrici si muovono proprio in questa direzione: favorire la ripresa economica, consentendo all'economia di ripartire, per uno sviluppo sempre più sostenibile. Maturare in questa direzione è utile sia a migliorare le condizioni di vita dei cittadini del mondo sia a prendersi cura della nostra "casa comune".
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