Incursioni cristiane nelle canzoncine per bambini

05.07.2024

In tre appuntamenti, vi proponiamo un'interessante riflessione su un tema caro a molti, che molto ci dice sul sentimento "cristiano"

di Chiara Franchitti

In virtù di un presunto "rispetto per l'altro" o del cosiddetto "politicamente corretto" tanto in voga ultimamente, sembrano pian piano cadute in disuso anche le canzoncine per bambini che contengano riferimenti alla cristianità.

Persino a Natale, che alcuni vorrebbero diventasse semplicemente "festa dʼinverno", se si entra nelle scuole italiane per assistere a recite e spettacoli dicembrini, con sorpresa o forse con normalità si può notare che i canti più utilizzati parlano in modo generico di valori universali come pace, amore, amicizia, fratellanza o al massimo di un generico bimbo che nasce in una notte in un luogo remoto – della serie "c'era una volta" – o di una luce che illumina il buio. Ma lungi dal sentir nominare magi, comete, angeli, pastori, grotta, Betlemme, bue, asinello, presepe o – proprio all'indice – Maria, Giuseppe e l'innominabile per eccellenza, Gesù. Ops, l'ho detto. Anche se qualcuno avrebbe preferito "cucù"! Se però le canzoncine sono in inglese, si possono cantare, indipendentemente dal tema. In quel caso il divieto non vige severo. Stesso discorso vale per taluni canti in italiano, ma ugualmente incomprensibili ai più, come Astro del ciel. Mica parla di Gesù? No, ho controllato, non lo nomina proprio!

Poi, se può tornare utile per insegnare i numeri ai bambini è possibile ammettere una piccola eccezione anche per Bambino nella culla. Si può cantare anche Maria lavava, Giuseppe stendeva, perché non viene fatto il nome del «bimbo che piangeva per il freddo che aveva», per cui "ogni riferimento è puramente casuale", si può trattare di una famiglia qualsiasi. O, solo se serve per insegnare i colori, è ammesso l'uso de La Madonna è andata al mercato. Queste regoline non valgono solo a scuola, ma anche a casa. Nell'insegnare a un bambino a lavare il faccino è ancora ammesso cantare Questo è lʼocchio bello benché contenga riferimenti espliciti a "chiesina" e annesso "campanello". Altra eccezione vale per il primo approccio alle note musicali. Tra i testi più facili e orecchiabili conserva ancora un posto dʼonore la storiella del buon francescano che tra i servizi che svolge nel suo convento presta principalmente quello di campanaro. È chiaro che mi riferisco a fra Martiro, chi non lo conosce? Altro brano ammesso è Lʼalbero piantato in mezzo al prato, sebbene nell'ultima strofa si dica che «nel cuore cʼè lʼamore di Gesù». Ma proprio perché è lʼultima strofa, è l'unica che si ripete una sola volta, per cui è accettabile. Altra ammissione ancora, nonostante lʼevangelicità nuda e cruda del singolo, è La casa sulla sabbia e la casa sulla roccia (Lo stolto e il saggio). È considerata passabile dalla "comunità scientifica" anche se si tratta di un passo del Vangelo, solo perché non si nomina Gesù, quindi non fa niente, si può cantare liberamente.

Inoltre c'è un intero genere musicale che fa eccezione ed è quello delle ninna nanne. Tra le più note in assoluto la Ninna nanna di Brahms, che a più riprese cita il paradiso, l'angelo custode, e pronuncia persino una frase ai limiti della pronunciabilità: «se Dio vuole». O Stella stellina che, spudorata, nell'elenco di mamme e cuccioli inserisce «Maria e Gesù Bambino». O ancora Ninna nanna nonna oh – famosissima anche quest'ultima – che in tante versioni inserisce Gesù, sebbene gli faccia fare cose diverse, ad esempio «Ninna nanna ninna oh questo bimbo a chi lo do, se lo do al buon Gesù (o al Bambin Gesù) lo terrà anche di più» o «che lo tiene un giorno in più» o «che lo tenga sempre più» oppure addirittura la versione agiografica «Lo darò a San Giovanni che lo mette sotto i panni, lo darò a San Michele che lo mette nel paniere». 

continua...

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