Il segreto della vera comunicazione

27.01.2022

Il messaggio del Papa per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, oltre che essere un elogio della virtù dell'ascolto, è anche una forte provocazione per quanti sono impegnati nel mondo della comunicazione. È inutile negarlo: viviamo in una società ipertrofica in cui il profluvio di parole rischia di farne perdere il significato. Siamo assuefatti a narrazioni continue che, alla fine dei conti, annebbiano il volto dell'altro, perché ridondanti o compiacenti ai nostri desideri. Ecco, dunque, la necessità e l'urgenza di recuperare la virtù dell'ascolto. Certamente è una grande sofferenza, perché occorre oltrepassare la soglia del silenzio, cui si è sempre meno abituati. Ma il traguardo finale è la vera comunicazione, quella che arricchisce e che diventa con-divisione, ossia empatia con una storia altra e alta.
Questi due anni, segnati dalla pandemia, hanno insegnato che la verità va ascoltata con umiltà. L'ascolto umile è una conquista. Non ci sono ricette pronte, ma percorsi da costruire giorno per giorno. Tornano alla mente le parole della volpe al Piccolo Principe (nel libro di Antoine de Saint-Exupéry): "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi". L'essenzialità sfugge alla materialità, mentre è radicata nell'intimo, nel cuore. Non basta osservare per ascoltare. Così come non basta dare conto di ciò che avviene per partecipare pienamente alla ricerca della verità. "Ascoltare con l'orecchio del cuore": è un invito che significa rispetto e apertura verso l'altro. Anche verso chi ci è accanto in silenzio o ha parole scomode. È questa la grande ricchezza. 

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