Il CISAV dialoga con Albino Fattore in "DIALOGHI CERRESI"
di Paolo Scarabeo
Un nuovo interessantissimo appuntamento con il Centro Indipendente Studi Alta Valle del Volturno si vivrà, domani, sabato 21 agosto a partire dalle ore 18.00 sul pronao della Chiesa Madre di Cerro al Volturno (IS) in piazza Santa Maria, ai piedi del Castello Pandone, dove i ragazzi del CISAV dialogheranno con l'artista e poeta locale Albino Fattore. Filo rosso dell'incontro sarà il dialetto e il suo uso riflesso: da etichetta sociale classista a vezzo linguistico.
Si racconterà Cerro attraverso gli occhi del poeta: linguistica, paesaggistica ed arte nei versi di Albino Fattore, uomo e artista di grande fede, straordinaria sensibilità e profondo umanesimo. Nelle sue opere Albino Fattore dà vita ad un artificio letterario in cui la centralità della civiltà contadina è strettamente collegata al linguaggio usato, un naturale intreccio tra italiano e dialetto, in cui i personaggi presentano nomi propri del tipico parlato, metatesi che non si fermano ai nomi propri dei personaggi, ma compaiono in ogni singolo discorso diretto, in cui i personaggi dialogano soltanto in dialetto. Uno stile che fa tornare alla mente scrittori del calibro di Pasolini o Gadda. Come loro infatti, anche Fattore dà vita a storie di spaccati quotidiani in cui la condizione umana viene sottolineata e denunciata non solo nella descrizione degli avvenimenti e delle loro vita, ma anche attraverso il loro comunicare.
Un tema che può essere approfondito nello studio a firma di Giammarco Rossi, pubblicato nel primo numero della collana Saperi territorializzati edita dal CISAV, pp. 37-40.
Ma, tornando al teme, la letteratura dialettale è una "letteratura minore?"
Non potrebbe esserci errore più grave che pensare una cosa di questo genere. Meglio ci aiuta a comprenderlo quanto disse Umberto Eco nel 2011, durante un Convegno sul 150° anniversario dell'Unità d'Italia: "La scomparsa del dialetto sarebbe gravissima e bene lo sanno i linguisti che auspicano che i dialetti siano recuperati come seconda lingua degli affetti e dell'identità ancestrale e che al dialetto si ritorna con amore, per ritrovare il sapore e il tepore dell'infanzia perduta e le nostre radici".
Dunque, nel dialetto c'è la nostra lingua e la lingua è vita per un individuo, il pilastro delle proprie radici.
Anche a livello sociale, da svariati anni ormai, il dialetto non è più un'etichetta associata ad analfabeti o a persone poco istruite. Oggi chi sa scrivere e parlare il dialetto è considerato persona con un ricco bagaglio culturale, visto che il dialetto equivale ad un codice vero e proprio, come lo sono le lingue straniere.
Dunque si preannuncia come un incontro ricco e dai contenuti assolutamente interessanti, anche in considerazione - conoscendolo bene possiamo permetterci una chiosa - della ricchezza culturale e di umanità di cui Albino Fattore è dotato.
La circostanza sarà occasione anche per una mostra espositiva delle opere di Albino e Michele Fattore.