Enzo Sabatini, il sogno dell’altrove
Il 3 maggio prossimo alla Villa Comunale di Frosinone le "carte" del Maestro abruzzese

di Rocco Zani
Ciò che sorprende - e meraviglia per sguardi e indugi - è l'irriducibile desiderio, di Enzo Sabatini, di concederci stagioni al pari di inedite gratificazioni. Non trascorre anno che l' irruzione di nuove geometrie - e mai usati bagliori - sia l'appuntamento dell'amico fidato, dell'artista che offre voce alle campiture del vermiglio - nelle sue storiche declinazioni - e della biacca lucente, ovvero del verde che si fa trincea e pianoro; al pari di un turchese dalle mille figliolanze. Non passa anno che le sue "scritture" non abbiano assorbito l'indole del tempo: centellinato, origliato, teneramente compagno.
La mostra di "carte" che ci apprestiamo a percorrere è l'indizio sostanzioso - quasi prologo nutritivo - della grande mostra di dipinti che Sabatini pittore ci offrirà nel prossimo autunno e che segnerà - ne ho certezza - un ulteriore transito della sua straordinaria carriera di artista. Godiamoci ora questa raccolta di battiti, di solarità inconsuete, di una visione per nulla ordinata o confortata dalla maturità. Sono minuscoli palpiti che distinguono - per chi da sempre conosce il suo "sillabario" - il sogno di un altrove che è fitto di inconsuete risoluzioni, di nuovi orientamenti. La "trasparenza" satura gli spazi ricucendone i confini: il mare si fa conquista lieve di cromie; così il cielo, mai luminoso come ora.
Carte
preparatorie diremmo, ovvero modelli introduttivi, minute dichiarazioni di
intenti comunque capaci di vivere - lo dimostra questa straordinaria raccolta -
una propria indipendenza narrativa, un linguaggio di prospettive e sogni che,
seppur affidato alla leggerezza della carta si manifesta come progetto intenso,
intimo, di ritrovato stupore.
