E ora togliamo le mascherine, scopriamoci il volto senza dimenticare la lezione

11.02.2022

Oggi cade l'obbligo di indossare all'aperto le mascherine. Saranno però ancora da utilizzare nei luoghi chiusi o, in caso di assembramento, anche in spazi aperti 

Oggi cade l'obbligo di indossare all'aperto le mascherine. Saranno però ancora da utilizzare nei luoghi chiusi o, in caso di assembramento, anche in spazi aperti. Una liberazione per molti da questo "bavaglio", percepito e vissuto come un limite della libertà individuale. Smettere di usare la mascherina all'aperto non sarà però facile per tutti. Molti continueranno ad avere paura e la indosseranno ancora. «Soprattutto chi soffre d'ansia non la toglierà, trasformandola in una rassicurante e protettiva "coperta di Linus" che segna il confine tra noi e il resto del mondo» hanno dichiarato al riguardo alcuni autorevoli esponenti della Società Italiana di Psichiatria. Per costoro non averla sarà come sentirsi "nudi" di fronte agli altri. Non possedere più, oltre che una barriera meccanica, anche un paravento, una risorsa psicologica in grado di celare le difficoltà nell'interazione sociale e la persistente diffidenza nell'avvicinarsi alle persone, avere contatti fisici con loro, darsi la mano e anche abbracciarsi. L'esperienza pandemica vissuta ha segnato indelebilmente alcuni, creando un "imprinting" di distacco esistenziale che potrebbe diventare persistente nel tempo. Aspetti problematici che bisognerà affrontare e superare, ma che non compromettono il bilancio (sanitario, epidemiologico e sociale) ampiamente positivo dell'impiego delle mascherine.

Sono realmente servite per limitare il contagio? Certamente. Secondo i più recenti studi epidemiologici il loro uso, anche senza il fondamentale contribuito della vaccinazione, è stato in grado di ridurre il rischio di contrarre il Covid-19 di oltre il 50 per cento, portando anche a una notevole limitazione della relativa mortalità. Potremo e dovremo utilizzarle ancora in futuro? Verosimilmente sì. Ancora per qualche mese continueranno a essere uno strumento utile per contenere l'infezione di Covid-19. Però poi, anche quando grazie all'elevata copertura vaccinale saremo protetti nei confronti di questo nuovo coronavirus e delle sue varianti e non dovremo più usarle in funzione antipandemica, sarà importante non dimenticare la lezione scaturita dall'impiego delle mascherine in questi mesi in termini di benefici sanitari. Il loro utilizzo ha determinato negli ultimi due anni un'incidenza estremamente contenuta, soprattutto nei soggetti anziani e con patologie broncopneumoniche croniche, dell'influenza e delle infezioni respiratorie dovute ai virus che circolano nella stagione fredda, così come una netta diminuzione delle manifestazioni allergiche stagionali.

L'uso della mascherina ha costituito anche in questi casi una salutare barriera contro i germi patogeni (riducendo le infezioni e le loro complicanze), un valido strumento per evitare i danni respiratori causati dall'inquinamento atmosferico (impedendo l'entrata nei polmoni di polveri sottili, di smog e di fumi), un presidio efficace per difenderci dall'inalazione degli allergeni (pollini e polveri). Un insegnamento derivato dall'emergenza pandemica che è importante non dimenticare. Oltre ad aver "riscoperto" i vantaggi igienici determinati dal frequente lavaggio delle mani nel ridurre le infezioni, facciamo nostra anche questa "cultura delle mascherine", come già avviene in molti paesi orientali, Giappone e Corea del Sud in testa. Usare comportamenti igienici elementari (pulizia corporea e ambientale) e tecnologie mediche semplici (mascherine), anche se in futuro non vi sarà più un obbligo specifico al riguardo, offre grandi vantaggi sanitari che sarebbe sciocco ignorare.

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