Don Patriciello scrive al Papa: "Gabriel si è arreso e questa terra geme"
Ci aveva colpito nei giorni scorsi un duro sfogo raccolto sui Social: "Gabriel è l'ennesima vittima della #TERRADEIFUOCHI. Sono morti più bambini quest'anno per questa piaga che per Covid, ma non fa notizia. Non frega più nulla a nessuno dei bambini morti di tumore".
E proprio il piccolo Gabriel era stato il cuore della lettera che don Patriciello, vera anima di quella terra che mai si è arreso di fronte all'assurda indifferenza in cui per troppo tempo quel veleno è stato nascosto, ha rivolto al papa Francesco e lo ha fatto proprio nel giorno in cui si celebrava la conclusione dell'Anno dedicato alla riflessione e alla preghiera per il creato: "l'Anno Laudato si'".
«Il piccolo Gabriel se n'è andato - ha scritto don Maurizio - proprio nel giorno in cui si concludeva l'«Anno Laudato si'». Per noi abitanti della 'terra dei fuochi', la lieta ricorrenza è stata suggellata, ancora una volta, dal pianto e dalla morte. Aveva solo 9 anni, Gabriel; abitava a pochi chilometri da Acerra, la diocesi che lei, Padre Santo, avrebbe dovuto visitare nel maggio del 2020, se la pandemia non glielo avesse impedito. Gabriel va ad aggiungersi ai tantissimi bambini, adolescenti, giovani, che in questi anni sono volati in cielo, vittime di un sistema assurdo che per interesse o per negligenza miete migliaia di vittime innocenti. Finalmente, dopo anni di civilissime lotte e proteste, l'Istituto superiore di sanità, ha riconosciuto che nella nostra terra tra ambiente malsano e salute c'è un nesso di causalità. Lavoro in nero, evasione fiscale, industriali disonesti e camorra hanno causato ai cittadini danni incalcolabili. Gli scarti industriali vengono bruciati nelle campagne, sversati nei corsi d'acqua o addirittura interrati, con le conseguenze che ognuno può intuire. Purtroppo, come sempre accade quando gli uomini si fanno lupi dei loro fratelli, a pagare il prezzo più alto sono i più poveri, gli emarginati, i piccoli.
I bambini, Santità! Abbiamo nei loro confronti tantissimi doveri e quasi nessun diritto. Ci furono affidati perché li aiutassimo a crescere nel migliore dei modi; a tenere sotto controllo gli egoismi personali, familiari, nazionali per godere la gioia di abbracciare e servire il mondo. Le orribili immagini dei bambini insepolti sulle spiagge libiche sono una coltellata al cuore. Ci chiediamo come sia possibile, come possa accadere, che il mondo possa sopportare la vista di bambini che muoiono annegati, di stenti, di freddo per inseguire, con le loro famiglie, l'antico e sempre nuovo sogno della libertà dalla fame e dalla violenza. La pandemia, Santità, ha colpito dappertutto, è vero. E rischia di raggelare il nostro sguardo e chiudere i nostri occhi e il nostro cuore. Ma, come una mannaia, si è abbattuta soprattutto su coloro che già soffrivano: i piccoli, i deboli, i senza voce E anche i nostri ammalati oncologici hanno avuto la peggio.
Gabriel si è arreso. Era tanto, tanto stanco, questo piccolo Cireneo. Ha preferito il paradiso. «Il nostro egoismo, la nostra indifferenza e i nostri stili irresponsabili stanno minacciando il futuro dei nostri ragazzi ... Prendiamoci cura della nostra madre Terra, vinciamo la tentazione dell'egoismo che ci rende predatori di risorse...» è il suo monito all'umanità. Grazie, Santità».
Parole che pesano come macigni, che raccontano il dramma di un popolo e di una terra che continuano ad essere vittime di soprusi, violenza e morte. Una terra e un popolo umiliati e calpestati a cui è negato il diritto alla salute e alla vita. Una terra avvelenata. Insultata. Sfregiata. Una terra che continua a gridare il suo desiderio di risurrezione...in attesa che qualcuno lo raccolga.
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