Avvento, un Tempo di Grazia tra "già" e "non ancora".

30.11.2024

Non uno sguardo breve rivolto al Natale, ma memoria del Messia atteso per lunghi secoli, di contemplazione del Cristo presente nel frammento della storia

«A te, Signore, elevo l'anima mia, Dio mio, in te confido: che io non sia confuso. Non trionfino su di me i miei nemici. Chiunque spera in te non resti deluso. (Sal 24,1-3). La supplica confidente e fiduciosa del salmista, proposta dalla liturgia come antifona d'ingresso della prima domenica di Avvento, apre il nuovo anno liturgico e introduce la Chiesa in un clima spirituale di memoria del Messia atteso per lunghi secoli, di contemplazione del Cristo presente nel frammento della storia e di vigile speranza del ritorno glorioso del Risorto alla fine dei tempi.

Il tempo dell'Avvento, che tiene insieme la fede nel "già" della prima venuta del Salvatore e l'attesa del "non ancora" dell'ultima venuta del Signore, nell'imminenza del Giubileo ordinario del 2025, è un'occasione propizia per riscoprire il senso vero della speranza cristiana, che «non illude e non delude, perché è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall'amore divino» (Francesco, Spes non confundit, n. 3). L'Avvento, infatti, è pervaso dalla consolante evidenza che Dio, che ricorda le sue promesse e dimentica le nostre colpe, è sempre pronto a ricominciare e a portare avanti il suo disegno di salvezza.

Rinvigorisce la nostra speranza anche il mistero del Natale del Signore: Dio si manifesta nell'umiltà di un bimbo nato per noi. Il suo nome è «Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine» (Is 9,5). In un tempo lacerato da lotte e discordie, il segno della nascita di Gesù è un germoglio di speranza per l'umanità, desiderosa di essere la terra accogliente e feconda in cui far fiorire la carità perfetta e la gioia piena, la fraternità autentica e la solidarietà operosa, la pace stabile e la vita buona.

Per vivere in pienezza l'itinerario spirituale che nell'Avvento e nel Natale ci viene proposto dalla Liturgia, può essere utile avvalersi del sussidio predisposto dai diversi Uffici della Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana. Si tratta di strumenti utili e agili che aiuteranno ministri e operatori della liturgia ad affinare l'uso sapiente del Messale Romano, a scoprire la ricchezza del Lezionario, a valorizzare il canto, a favorire la partecipazione di quanti vivono la disabilità e a tradurre i gesti liturgici in gesti di vita. Quest'anno, inoltre, le attenzioni ai temi dell'Anno Santo vogliono contribuire a rinnovare la speranza, per imparare a guardare con lo sguardo di Dio la storia che ci ha plasmati, la realtà che ci circonda e il futuro che ci attende.

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